giovedì 6 febbraio 2014

2013

Ragionavo sul fatto che:

  • L'ultimo post è di agosto 2013
  • Che il 2013 è stato un anno un po' strano: mediamente lo potrei archiviare come "anno di merda", ma al contempo sono usciti tanti tanti dischi belli, o meglio che per controbilanciare quelle insoddisfazioni/lacune emotive/sfighe varie ed eventuali, sono finito per affezionarmi a dei dischi. A dei dischi che non avrei mai pensato di appassionarmi, figurarsi se avevo pensato che li avrei portati con me.
  • E quindi, se non si fosse capito, questa è una lista dei miei dischi del 2013. Anzi è la lista dei dischi che non pensavo mi sarebbero piaciuti.

James Holden - The Inheritors





Luglio 2013. Sul culmine di tutto è uscito questo tonificante per la psiche. Contro gli attacchi di panico e ansia generica. Chiudersi in bagno con un paio di cuffie (imitazioni Beats by Dr. Dre made in Thailandia e comprate in Thailandia; nota a margine: l'imitazione è solo del marcio, il modello delle cuffie non esiste: sono orribili ed hanno una resa del suono magistralmente indegna per ogni amante di timbriche ricercata, e questo disco ne è pieno), dicevo, chiudersi in bagno e ballare alle 8.45 di mattina, curandosi che nessuno mi vedesse, con Renata, con Marta, con altre mille donne che non incontrerò mai più. Quando finiva l'assolo monumentale di sax di The Caterpillar's Intervention mi sono accorto che qualcosa era cambiato. 

Fuck Buttons - Slow Focus

Il disco uscì a Luglio. Ma la data è: Settembre 2013. Tutto il tempo a disposizione gentilmente offerto dal mese di Agosto è stato dilapidato in ascolti rilassati, nell'ombra della mia camera, subito dopo pranzo. Oh. Poi il 31 si torna alla normalità, alla città appena più grande da non poter parcheggiare sotto casa e per farlo devi avere un permesso. Juventus - Lazio 4-1 con la magra consolazione di una casa nuova tutta per te, in attesa dei coinquilini, che torneranno. E ricordati che sei ospite, tra due mesi tutto quello che stai costruendo svanirà. Svanirà e finirà giusto nel CV. Dentro questo si sono infilati loro. Il dover costruire qualcosa per poi distruggerlo ha bisogno di una colonna sonora che descrive la stasi: ok, c'è un inquietudine di fondo (Sentients) e c'è anche dinamismo (Year of Dog) seppur sotteso, ma soprattutto c'è un placido guardare dall'esterno qualcosa che si sta sgretolando, e temo di dire che quel qualcosa sono stati i miei ultimi 5 anni. 





Tim Hecker - Virgins

Marrakech - Milano Malpensa. Odio ascoltare musica sull'aereo e quanto di meno appropriato per abbandonare un posto che idealmente (almeno nella testa di molti, e anche nella mia) è esotico. Ma è semplicemente perfetto: sfuggevole e algido e impassibile. Dicembre 2013 (a Marrakech). Ed è curioso come una musica così oscura si sposava magnificamente al sole ad alta quota.



Vorrei anche spendere due parole per il disco di Pantha du Prince & The Bell Laboratory e Donato Dozzy, il motivo è che ho bisogno di una placenta ed ho altrettanto bisogno di rompere quella placenta.