Ho fatto tutte le operazioni che
andavano fatte: ho messo le quattro frecce, ho piazzato il triangolo alla
distanza richiesta dal codice della strada, ho indossato il giubbotto
catarifrangente. Ho chiamato il soccorso stradale. Mi hanno detto che ci mettevano
almeno un’ora ad arrivare, e di mettermi pure comodo ad aspettare. “Comodo?
Sono su una strada provinciale completamente deserta… sono quasi le 4 di
mattina…”. Mi hanno detto che volavano da me, volavano. Mi sono detto che non era l’occasione per adirarsi. Mi
sono detto che dovevo calmarmi. Mi sono seduto sul cofano della macchina. Il
cielo era perfettamente chiaro, si riuscivano a vedere parecchie costellazioni,
non che me ne fregasse qualcosa. Ogni tanto buttavo un’occhiata al bosco sulla
mia destra. Non distinguevo alcuna forma, ero un po’ terrorizzato da questo, ma
mi ero imposto di stare calmo, quindi in qualsiasi modo dovevo esserlo.
Noncurante della chiazza di olio proveniente dalla mia macchina, entro
nell’abitacolo, giro la chiave e accendo la radio. La cosa che apprezzo di più
dei film di Carpenter è l’utilizzo della colonna sonora, riesce sempre a creare
un climax di terrore e di distensione perfettamente amalgamato alle immagini ed
incredibilmente coerente al plot narrativo. La mia preferita è quella di
Morricone per La Cosa. Mi domando nell’oscurità desolata della strada
provinciale se mai nessuna emittente potrai mai passare il tema de La Cosa.
Invece dallo stereo dell’auto arriva un suono ovattato e leggermente
disturbato, quello della pubblicità di una pizzeria che garantisce una pizza
veramente napoletana, ampio parcheggio e il venerdì un evento speciale che
francamente faccio fatica a capire in cosa consista. L’etere si riempie delle
onde sonore gracchianti della radio. Me ne farò una ragione di questa attesa.
Aspetterò.lunedì 10 giugno 2013
Koreless - Yugen (2013, Young Turks)
Ho fatto tutte le operazioni che
andavano fatte: ho messo le quattro frecce, ho piazzato il triangolo alla
distanza richiesta dal codice della strada, ho indossato il giubbotto
catarifrangente. Ho chiamato il soccorso stradale. Mi hanno detto che ci mettevano
almeno un’ora ad arrivare, e di mettermi pure comodo ad aspettare. “Comodo?
Sono su una strada provinciale completamente deserta… sono quasi le 4 di
mattina…”. Mi hanno detto che volavano da me, volavano. Mi sono detto che non era l’occasione per adirarsi. Mi
sono detto che dovevo calmarmi. Mi sono seduto sul cofano della macchina. Il
cielo era perfettamente chiaro, si riuscivano a vedere parecchie costellazioni,
non che me ne fregasse qualcosa. Ogni tanto buttavo un’occhiata al bosco sulla
mia destra. Non distinguevo alcuna forma, ero un po’ terrorizzato da questo, ma
mi ero imposto di stare calmo, quindi in qualsiasi modo dovevo esserlo.
Noncurante della chiazza di olio proveniente dalla mia macchina, entro
nell’abitacolo, giro la chiave e accendo la radio. La cosa che apprezzo di più
dei film di Carpenter è l’utilizzo della colonna sonora, riesce sempre a creare
un climax di terrore e di distensione perfettamente amalgamato alle immagini ed
incredibilmente coerente al plot narrativo. La mia preferita è quella di
Morricone per La Cosa. Mi domando nell’oscurità desolata della strada
provinciale se mai nessuna emittente potrai mai passare il tema de La Cosa.
Invece dallo stereo dell’auto arriva un suono ovattato e leggermente
disturbato, quello della pubblicità di una pizzeria che garantisce una pizza
veramente napoletana, ampio parcheggio e il venerdì un evento speciale che
francamente faccio fatica a capire in cosa consista. L’etere si riempie delle
onde sonore gracchianti della radio. Me ne farò una ragione di questa attesa.
Aspetterò.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento